Oggi è il giorno della sentenza di primo grado dell’inchiesta barese che vede Niki Vendola imputato per abuso d’ufficio. E in caso di condanna, il governatore pugliese ha affermato che lascerà la politica. Non solo la gara delle primarie, ma tutta “la scena pubblica”, come ha sottolineato ieri al forum in diretta su Corriere.it.
E, in caso di assoluzione, correrà per le primarie da solo.
Vendola è stato uno dei primi a sottolineare da Fazio già lunedì sera come Bersani non possa gioire delle vittoria siciliana, perché composta da coalizione, perché aveva alleati, come l’UDC, e perché ora dovrà cercarne altri. “Meglio perdere ma dimostrare una diversità” ha affermato Vendola, facendo riferimento agli affari di mafia che hanno interrotto le giunte di Lombardo e Cuffaro, la prima appoggiata anche dal Pd, la seconda dall’Udc.
E riferendosi al suo alleato, Bersani, considera la sua “una proposta debole un vorrei ma non posso, una social-democrazia che giorno dopo giorno prova a costruire compromessi deboli con culture liberiste che pure spadroneggiano anche nel centrosinistra”.
E da qui partirà di nuovo oggi Vendola se verrà assolto, con la sua convinzione di poter vincere le primarie, soprattutto grazie all’onda emotiva che si scatenerà se i giudici decideranno per la sua assoluzione e alla dichiarazione che, nel caso di condanna, si ritirerà dalla vita politica tutta.
“C’è chi, se condannato, pensa di scendere in campo. Io penso che mi difenderò da privato cittadino, per rispetto al partito e alle istituzioni, senza l’aiuto della ribalta mediatica”.
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